Il blog di un bersagliere

Da antagonista ad amico: il Sergente maggiore Costantino Bottiglia

Oggi pubblichiamo due fotografie che ritraggono il Sergente maggiore Costantino Bottiglia. Con l’occasione cerchiamo di ricostruire, attraverso le parole dei diari, la storia del rapporto tra lui e Flavio, che sembra somigliare a tante altre storie con protagonisti soldati e sergenti.

Il nome del Sergente compare nei diari praticamente subito, già il 2 giugno 1915. Comandava il plotone di appartenenza di nostro nonno e quindi è stato il sotto-ufficiale di riferimento almeno per il primo periodo di guerra. Flavio scrive “il sergente Bottiglia ci chiama un’adunata“. Non sembra scorrere buon sangue tra il Sergente e Flavio (ma forse un po’ con tutta la truppa). Flavio scrive sempre il 2 giugno “Alle ore 5 mi viene comandato di montare la guardia e oppongo mio rifiuto perché ho come ho già detto quattro giorni di riposo cosa che faccio rilevare al sergente che mi ha comandato. Il rifiuto giova ed io non monto”.

Una piccola vittoria che, come possiamo immaginare, non è detto che porti a sviluppi positivi. Ed effettivamente il 1 primo luglio 1915 scoppia il caso che avrebbe potuto procurare parecchi guai a nostro nonno e cambiare radicalmente la sua esperienza al fronte. Flavio scrive “mi chiama il Capitano per punirmi circa il rapporto presentatogli dal mio […] sergente”. Questi lo accusa di non essersi presentato all’adunata. Salvatosi da questo primo attacco, poco dopo viene accusato di nuovo dal Sergente di essersi assentato per due ore. Flavio si salva nuovamente dalla punizione spiegando al Capitano i motivi della sua assenza e torna tra i commilitoni dove “tutti si complimentano con me del mio successo imprecando contro la malignità e la vigliaccheria del sergente”. Il Sergente evidentemente non era molto amato dal suo plotone in quei primi giorni di guerra. Chiaramente comprendiamo le difficoltà che poteva avere trovandosi in una posizione che potremmo definire tra l’incudine (i soldati) e il martello (gli ufficiali).

Il 6 agosto, Flavio racconta di un altro scontro, questa volta tra il Sergente ed un altro soldato, tale Beltrami. “In serata Beltrami, del mio plotone, è stato […] dal sergente Bottiglia al Capitano per aver minacciato in atto di rabbia il sergente suddetto. Il Capitano a prima punizione gli ha dato 20 giorni di prigione di rigore poi ha espresso il proposito di denunciarlo al Tribunale di Gorizia tale proposito gli è svanito”. Una bella fortuna per il Beltrami, questo cambio di proposito del Capitano, visto che una denuncia al tribunale militare avrebbe potuto avere delle conseguenze ben più gravi rispetto ai 20 giorni di cella di rigore.

Ma si sa che le cose cambiano fretta, ancor più forse in una situazione estrema come una guerra. Antichi dissapori possono svanire davanti a difficoltà e sofferenze che noi, per fortuna, possiamo solo immaginare.

Siamo al 7 settembre 1915. Flavio e i suoi compagni scendono dalle loro posizioni sul Monte Maggio al vicino paese di Laghi e nostro nonno scrive “Io il mio sergente maggiore Bottiglia e la mia squadra troviamo un bel ritrovo dove mangiamo parecchie cosette diventate rare per noi, dopo la vita della montagna, e consumiamo del buon vino Chianti e vermout a gran copia, poi riposiamo in un fienile dove si può dormire tranquilli e caldi”. Il Sergente deve aver “allentato un po’ le briglie” e la serata deve essere stata decisamente alcolica visto che il giorno dopo Flavio scrive: “Un po’ intontiti per aver passato la serata precedente fra l’allegria ed il vino, ci leviamo dal fieno e usciamo dal fienile verso le ore 8”. Per una volta una immagine leggera e divertente della vita al fronte. Ma il futuro riserva giornate terribili.

Qualche giorno dopo, nel momento più drammatico di quel primo periodo di guerra, il Sergente viene nuovamente chiamato in causa dalla proteste dei soldati che vogliono il cambio. Siamo al 30 settembre 1915 e questa volta il Sergente si trova nella scomoda posizione di mediatore tra le richieste della truppa e gli ordini degli Ufficiali. Scrive Flavio: “Alle ore 5 tutti protestiamo al nostro sergente maggiore chiedendo il cambio per andarci a cambiare e questi incomincia a parlare col tenente. Io presto vado all’accampamento e dimostro al Tenente il malcontento di me e dei miei compagni, pregandolo di darci il cambio, cosa che presto ottengo e così possiamo venire tutti all’accampamento e asciugare alla meglio il nostro corredo.”

Il nome del Sergente Bottiglia ricompare poi il 16 febbraio 1916. È evidente che Flavio non è più nel suo plotone ma ormai l’amicizia sembra cementata. Flavio descrive un’altra serata piacevole come quella del settembre 1915. “Più tardi viene a farmi visita il sergente Maggiore Bottiglia Costantino mio vecchio comandante di plotone e con lui e Ranaldi ed altri stiamo fino a tarda ora allegramente”. Il giorno dopo, 17 febbraio 1916, Flavio e il Sergente si salutano.

Da quel giorno, il Sergente Bottiglia non compare più nei diari ma le fotografie che pubblichiamo oggi ci fanno sapere che i due si sono incontrati almeno un’altra volta, parecchi mesi dopo. Le fotografie sembrano scattate lo stesso giorno (a riprova di ciò l’aspetto del Sergente – lunghezza della barba, divisa), nello stesso luogo. Hanno anche lo stesso formato di stampa (molto piccolo). In una il Sergente è insieme ad altri due soldati, nella seconda, come scritto sul retro è “appoggiato alla mia bicicletta e tiene [ndt ?] La data è “Cividale 16 ottobre 1916”.

Qui finiscono le informazioni che abbiamo e così chiudiamo questa breve ricostruzione del rapporto intercorso tra nostro nonno e il Sergente maggiore Costantino Bottiglia durante la Grande Guerra, che iniziarono da antagonisti e finirono da amici.

  

Questa voce è stata scritta da fabpetra66 e pubblicata il 19 giugno 2018 su 08:30. È archiviata in Campagna Italo Austriaca, diari con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

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