Il blog di un bersagliere

“Bollettino 1268. Il confine di carta”

Abbiamo visitato la mostra “Bollettino 1268. Il confine di carta” allestita presso il Museo Storico della Fanteria.
Arriviamo in Piazza Santa Croce in Gerusalemme, dove si trova il Museo, in uno splendido pomeriggio romano, percorrendo Viale Carlo Felice che corre parallelo alle Mura Aureliane.

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Il Museo storico della Fanteria si trova sulla sinistra della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, una delle cosiddette “Sette Chiese“, ed è parte di un complesso di edifici molto bello.

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Un tempo caserme, oggi queste costruzioni ospitano esposizioni e musei: la vicina Palazzina Samoggia, ad esempio, ospita l’interessante Museo degli Strumenti Musicali. Il tutto all’interno di un sito archeologico che comprende diversi edifici e impianti tra i quali il Palazzo Imperiale, il Circo Variano e l’Anfiteatro Castrense.

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Entrando nel Museo, al piano terra, si incontrano alcune armi della “Grande Guerra” e dei particolari visori attraverso i quali si possono osservare alcune foto d’epoca apprezzandole in una modalità 3D

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Si salgono le scale e si arriva al primo piano dove si entra nella mostra vera e propria.

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Il percorso è idealmente suddiviso in tre sezioni: il prima, il durante e il dopo la Prima Guerra Mondiale. Nelle prime sale, quindi, si ha un quadro generale della situazione sociale, culturale e politica dell’Italia di inizio novecento. È illuminante notare come ogni aspetto della vita, anche i più frivoli quali la moda e la manifattura dei vestiti, abbia avuto un effetto sulle vicende che si sono poi svolte al fronte.

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Interessante il cambiamento delle divise, che da sgargianti, o quanto meno appariscenti, diventano sempre più mimetiche, illustrato dal pannello “nasce il soldato invisibile”.

Gli allestitori hanno utilizzato al meglio gli spazi a disposizione. La mostra si dipana attraverso molte piccole sale ognuna di queste dedicata ad un tema particolare, ognuna quasi a creare un modulo parte di un percorso più ampio ma anche in qualche modo autonomo. Una strutturazione di questo tipo permette al visitatore di concentrare di volta in volta la sua attenzione su un aspetto di questa complessa e tragica vicenda storica. Mi è sembrata una scelta veramente azzeccata da parte dei curatori.

Molto didattica e comunicativa, ad esempio, la sala “un mondo verso la guerra” dedicata alla situazione geopolitica prima dello scoppio del conflitto, resa con pannelli dedicati agli imperi e alle potenze coloniali dell’epoca.

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La sala intitolata “Grandi uomini in guerra” è dedicata alle personalità più importanti di inizio novecento (scienziati, letterati, politici, ecc.) che sono state coinvolte in qualche modo nella Grande Guerra.

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I singoli temi vengono approfonditi con pannelli (ve ne sono circa 150!) molto curati graficamente. Dagli sviluppi della medicina alle innovazioni tecnologiche utilizzate per creare armi sempre più letali. Dall’utilizzo dei piccioni viaggiatori per missioni di spionaggio alla razione di cibo quotidiana del soldato.

La razione giornaliera

La colorazione dell’angolo in alto a sinistra di ogni pannello indica la tematica affrontata (scienza e tecnica, storie di uomini, pillole di storia, narrano i cimeli, cultura e società) quasi a creare 5 diversi percorsi all’interno della mostra.

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A metà percorso si passa attraverso un diorama di una trincea “immersivo” ed emozionate.

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I cimeli e gli oggetti esposti non sono molti ma spesso si tratta di oggetti particolari come una macchina fotografica “speciale” utilizzata per catturare immagini dagli aerei o un macchinario per sterilizzare gli strumenti chirurgici anche sul campo.

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Basta una vetrina con 4 elmetti per rimandare al sacrificio di quegli uomini che li hanno indossati.

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Si chiude giustamente con le cifre, tragiche, della Grande Guerra.

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In conclusione, una mostra molto interessante, con un approccio comunicativo e divulgativo a 360 gradi sulla Grande Guerra e sull’Italia di inizio novecento, che la rende particolarmente adatta e consigliabile ai ragazzi della scuola secondaria. Ma anche gli adulti, oltre a rinfrescare un po’ di nozioni scolastiche, potranno trovare molti spunti anche inediti sula vita di quel periodo storico.

La mostra rimarrà allestita fino al 4 novembre 2018 e l’ingresso è gratuito.

Merita una visita.

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