Il 29 ottobre 1917, durante le tragiche giornate di Caporetto, Flavio scrive nei suoi diari “I soldati francesi che si ritirano con noi, dicono che una loro armata sta scendendo in Italia per aiutarci“.
Sul momento questa frase non ci ha colpito più di tanto, ma quando l’abbiamo letta nel maggio scorso, durante la conferenza “Caporetto: la realtà e la percezione”, davanti ad una platea di appassionati della Società Storica per la Guerra Bianca, abbiamo notato un certo interesse. Qualcuno chiese “Ma c’erano i francesi?”. Qualcun’altro rispose che non ne sapeva nulla. Altri ancora dissero qualcosa del tipo “Se lo scrive lui che era lì vuol dire che c’erano” dando fiducia alle parole di Flavio. Poi ad ottobre la pagina uscì in rete e qui entra in gioco uno dei nostri più grandi sostenitori, pronto a fornirci notizie e consigli fin dai primi tempi, quando il blog era appena partito: Walter Amici, creatore di quella appassionante e appassionata miniera di informazioni che è Fiamme cremisi. Riportiamo qui stralci delle email che Walter, rimasto colpito da quella annotazione di Flavio, ci ha spedito nei giorni successivi.
“Sto seguendo la ritirata […]. Una cosa mi ha sorpreso […]. Quando dice che i francesi sono con loro sta dicendo una cosa sconosciuta a tutti perché non ho mai sentito che un francese fosse lì in quei giorni, mai vista una foto…”
E poi, dopo aver trovato conferme e riscontri:
“Io arrischierei di mettere un post su un argomento che nessuno ha mai trattato e quindi saresti il primo ad averlo in Internet.”
Di fronte a questa proposta di Walter noi ci siamo sentiti francamente inadeguati e, quindi, gli abbiamo chiesto di scrivere qualcosa in proposito, mettendo insieme le informazioni da lui raccolte. Ecco qui il suo scritto. Grazie Walter.
E’ nelle pagine concitate e angosciate dei giorni della ritirata che emergono alcuni particolari sconosciuti ai più. La presenza di Francesi al fronte nei mesi che precedono la rotta di Caporetto e nella rotta stessa. E’ cosa nota che Inglesi e Francesi arrivarono a rinforzare la linea del Piave in Novembre dopo la sostituzione di Cadorna, ma non furono operativi prima della fine del mese. Nella fase tragica della rotta di Caporetto erano quindi presenti in Italia solo alcune batterie inglesi (10 con cannoni da 151) a traino meccanico, un contingente della Croce Rossa Britannica (dal 1915) e i soldati francesi che Flavio incontra sul suo cammino.
Erano questi gli ultimi reparti di un contingente di artiglieria più numeroso che era arrivato ad agosto a supporto dell’11a battaglia dell’Isonzo nota come Bainsizza combattuta dal 17 agosto a metà settembre. Si trattava di mortai di grosso calibro (370) su pianali ferroviari e cannoni ippotrainati come lo Schneider 155.
Dalla fine di settembre, con la conquista dell’altopiano, erano cominciati i ritiri francesi ma Cadorna, già alle prime avvisaglie di offensiva nemica (ordine 4741 del 10 ottobre 1917), aveva chiesto di trattenere alcune batterie da 155, compreso un parco aereo (12 mezzi) già usato per la protezione e la direzione del tiro di artiglieria di base a Campoformido. Gli aerei in fase di smontaggio e imballaggio per il ritorno in Francia rimasero sul campo e furono catturati durante l’avanzata nemica.
Sono quindi questi, personale di terra d’aviazione o artiglieri che Flavio incontra sul suo cammino la giornata del 29 ottobre.
Walter Amici
Informazioni tratte e rielaborate dal forum pages14-18-histoire/liste-regiments-italie- e da “Ruolo e contributo delle aviazioni alleate in Italia nel 1917 del Dott. R. Gentilli – I francesi a Venezia”.01