Il tempo si è fatto buono. Alle ore 13 riprendiamo la marcia da Pordenone verso Conegliano. Gli aeroplani nostri proteggono la ritirata. Gli abitanti sgombrano anche Pordenone, cosa che fanno anche per i depositi militari. I treni rigurgitano di soldati e di popolo e così anche i Camions. Per le strade si trovano uomini e cavalli in grande quantità fiaccati dalla fame dalla fatica e dalle sofferenze che si fermano giacendo nel terreno per trovare un po’ di sollievo nel riposo. Il popolo che ci segue aumenta sempre e ovunque passiamo destiamo terrore e tutti si accingono alla fuga per paura che il nemico raggiunga le loro case. A Sacile si fa breve sosta e poi si prosegue subito per Conegliano. Notizie confuse ci giungono dalla 3a Armata, della quale, temiamo la cattiva sorte, ma i più ci danno notizie confortanti al riguardo di essa. I soldati francesi che si ritirano con noi, dicono che una loro armata sta scendendo in Italia per aiutarci. Le sofferenze aumentano sempre; alloggiamo all’aperto nei Comandi di tappa che radunano le truppe isolate, e i più scaltri trovano sempre di stare un po’ meglio, trovano vitto e alloggio dalle cortesissime famiglie private che si sacrificano per alleviare la nostra straziante odissea. A Pordenone giungono 800 prigionieri tedeschi laceri affamati, cadenti, tra essi vi sono 35 tra Triestini e Dalmati datisi disertori tra cui tre ufficiali che raccontano le sofferenze dell’esercito nemico.
29 ottobre 1917 “tutti si accingono alla fuga per paura”
29 Ott
Questa voce è stata scritta da fpetrassi e pubblicata il 29 ottobre 2017 su 08:00. È archiviata in Campagna Italo Austriaca, diari con tag 1917, 395, 3a Armata, Bersaglieri, Caporetto, disfatta, grande guerra, Pordenone, ritirata.
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