Oggi piove e l’acqua accresce lo strazio della dolorosa marcia. Alle ore 12 lasciamo Casarsa dove giungemmo ieri, per recarci a Pordenone. La colonna è sempre più grande per la gente del popolo che impaurita abbandona le case dove noi passiamo. Udine si crede già nelle mani del nemico. I feriti che possono trascinarsi a stento abbandonano gli ospedali e ci seguono gemendo, mentre i più infermi rimangono ai loro posti. L’acqua che cade e ci bagna, la fame che si fa sentire e la stanchezza che ormai opprime danno ai nostri volti un aspetto desolante. Molti soldati fuggono per sottrarsi dalle adunate che spesso vengono fatte nei Comandi di tappa, per poi riorganizzare l’esercito al punto di concentramento, quale si crede sia a Padova. I bambini soffrono e tutto è una confusione di dolore e di pianto. Giungiamo a Pordenone nella serata dove sostiamo fino alle ore antimeridiane del giorno seguente.
28 ottobre 1917 “tutto è una confusione di dolore e di pianto”
28 Ott
Questa voce è stata scritta da fpetrassi e pubblicata il 28 ottobre 2017 su 06:00. È archiviata in Campagna Italo Austriaca, diari con tag 1917, Bersaglieri, Caporetto, disfatta, First World War, grande guerra, Prima Guerra Mondiale, ritirata, Udine.
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