Il blog di un bersagliere

L’abbattimento aereo del 16 giugno 1917

Il 16 giugno 1917, Flavio scrive nei suoi diari “Un nostro aeroplano d’esplorazione, mentre faceva ritorno al proprio campo è stato vittima di un incidente disastroso”. E ancora “All’altezza del monte Polonik si è visto il nostro velivolo fare mosse brusche e rapido abbassamento con urlo insolito del motore, il quale ben presto ha incominciato a gettare fumo”.
Dopo qualche ricerca e grazie all’aiuto di alcuni amici del blog, abbiamo raccolto alcune notizie su questo che, dalle poche righe lasciate da Flavio, poteva sembrare un incidente.
L’aereo visto cadere da Flavio era l’SP.2 3500 della 21ª Squadriglia. SP.2 sta per Savoia-Pomilio SP.2, un ricognitore armato monomotore biplano progettato dall’azienda italiana Fabbrica Aeroplani Ing. O. Pomilio che venne prodotto anche dalla Società Italiana Aviazione (SIA) all’inizio del XX secolo. L’SP.2 venne utilizzato dai reparti del Corpo Aeronautico Militare del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale.

L’equipaggio a bordo era formato dai tenenti Francesco Alliaga di Ricaldone (pilota) e Angelo Villani (osservatore).
La percezione di Flavio, per quanto si può capire dai diari, è stata quella di un incidente meccanico; diversa è la versione che si trova nei documenti ufficiali.
Il “Rapporto informativo sulla caduta dell’aeroplano SP.2 3500” ci dà alcune informazioni. L’aereo era partito alle ore 9.50 del 16 giugno 1917. L’osservatore aveva due macchine fotografiche per eseguire fotografie delle linee nemiche nella zone di Monte Lipnik ed il Monte Rombon. L’estratto dei voli di guerra eseguiti dal tenente pilota aviatore Francesco Alliaga di Ricaldone recita che lo scopo del volo era “Ricognizione fotografica fra il Monte Rombon e il Rudeci Rob“
Durante la missione il velivolo fu fatto “segno di intenso fuoco di artiglieria e di mitragliatrici nemiche” e fu visto “rientrare verso le nostre linee con una scia di fumo”.
L’apparecchio venne ritrovato a quota 1481 del Monte Polonik e dall’esame dei resti, sempre secondo il Rapporto informativo, risultò che “uno dei serbatoi della benzina era stato forato dal tiro di artiglieria nemica, probabilmente la benzina fuoriuscita ha provocato l’incendio e la conseguente caduta dell’apparecchio”
Flavio conclude il suo breve racconto dicendo che “Due ufficiali si trovavano sul velivolo ed entrambi sono periti”
Effettivamente non ci fu scampo per l’equipaggio a bordo: i corpi furono rinvenuti sul versante nord est del Monte Polonik.
I due caduti furono sepolti nel cimitero di Serpenizza poi soppresso nel 1936. Angelo Villani fu spostato nell’Ossario di Caporetto dove riposa tutt’ora. Francesco Alliaga di Ricaldone probabilmente era stato già riportato a Torino dopo la guerra.

A Francesco Alliaga di Ricaldone, candidato a passare agli apparecchi da caccia, era stata da pochi giorni concessa la medaglia d’argento al Valor Militare che fu poi  consegnata alla famiglia il 2 giugno 1918.
A seguito dell’abbattimento, sia al pilota sia all’osservatore fu conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Per chi volesse approfondire
https://it.wikipedia.org/wiki/Savoia-Pomilio_SP.2
http://cadutivigevano.it/pagina1/vigevano/scuole/regio-liceo-benedetto-cairoli/allievi-caduti-nella-1a-guerra-mondiale/villani-angelo/
http://www.grandeguerra.unito.it/items/viewer/5#page/%22null%22/mode/1up

Ringraziamo Paolo Varriale e Daniele Serafini (rispettivamente Consulente storico e Direttore del Museo Francesco Baracca) come al solito fondamentali quando si parla di aeroplani. Grazie anche a Massimo Peloia per le moltissime e preziose informazioni sui due aviatori.