Il tempo è bellissimo e gli aeroplani solcano il cielo. Qui a Treviso è il concentramento delle truppe in ritirata, noi partiamo per il vicino Cendò [ndt Cendon] mentre altri reparti si dirigono in altre località e così tutti siamo divisi e abbiamo la possibilità di riorganizzarci. Le strade sono colme di soldati e materiali, molte nostre artiglierie e inglesi si recano verso il Tagliamento per arrestare il nemico. Lì dicono che la cavalleria ha compiuto azioni brillanti ed ha fatto indietreggiare il nemico oltre Udine infliggendogli grandi perdite ed altre notizie confortanti ci vengono, forse atte a rialzare il morale abbattutissimo ed a tranquillizzarci per lo sconforto e dolore che sentiamo solo pensando che il nemico probabilmente invadrà questo Veneto fertile e gentile ch’è il giardino del mondo e forse verrà a soggiogare questo popolo pieno di buon cuore e di gratitudine e di amor fraterno. Questi pensieri, queste impressioni ci straziano l’anima, mentre proviamo sollievo pensando che il resto del nostro forte e glorioso esercito saprà respingere il nemico oltre la sua casa.