Il tempo è splendido, gli areoplani volano. Noi alloggiamo nella Villa Nardari [ndt Villa De Marchi Nardari]. Anche la cavalleria di questi luoghi ci tratta poco bene e ci da la colpa della catastrofe avvenuta ma noi sappiamo ricacciare l’accusa dimostrando coscientemente la nostra opera compiuta. Alle ore 10 io e l’amico Piccinini, unico che posso avvicinare e che sente lo strazio del momento e col quale ci confortiamo a vicenda, andiamo nella Chiesa di questo paesello sul Sile ed ai piedi del santo Altare troviamo grande conforto anche con la nostra preghiera. Siamo sempre stupiditi, avviliti e stanchi sperando però, a giorni migliori e più gloriosi. Oggi, giorno di tutti i Santi le campane suonano a stormo e la loro eco si congiunge in questa pianura immensa, questo è gaudio che ci solleva tanto tanto. Il popolo non è qui molto impressionato come nei paesi precedenti, si sente più tranquillo, perché gli diamo sempre buone notizie, mai allarmanti come sono abituati a fare molti soldati. Nella notte ci hanno visitato degli areoplani nemici, che sono stati presto messi in fuga dalle nostre artiglierie antiaerea. Scrivo cartoline a Mamma ed a Mons. Franceschini.
1 novembre 1917 “noi sappiamo ricacciare l’accusa”
01 Nov
Questa voce è stata scritta da fabpetra66 e pubblicata il 1 novembre 2017 su 08:00. È archiviata in Campagna Italo Austriaca, diari con tag 1917, Bersaglieri, Cendon, First World War, grande guerra, Prima Guerra Mondiale, Villa de Marchi Nardari.
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