Tutta la notte del 17-18 si veglia pronti per l’avanzata, all’aria aperta. Alle ore 2, come già sapevamo (della notte) gli Alpini del Battaglione Vicenza del 6° Reggimento, con una squadra del Genio destinata a far saltare con la gelatina i reticolati avanzano verso il Monte Maronia sul quale vi è una ridotta fortissima per la sua posizione, per i suoi profondi e solidi trinceramenti, per l’alto e largo reticolato che la circonda ed altre opere di difesa. Appena gli Alpini si avvicinano al Monte Maronia viene fatta loro una piccola scarica di fucileria, dalle poche truppe ivi trincerate, senza frenare l’ardimento dei baldi soldati delle Alpi. Ben presto il Battaglione sotto il fuoco dell’artiglieria nemica che lo ha avvistato, si porta vicino al reticolato e qui è costretta a sostare per lavorare alla demolizione dell’ostacolo e quindi aprirsi il passaggio per assalire la trincea. Le artiglierie nemiche ben presto aprono un fuoco micidiale sugli Alpini i quali da ciò sono costretti sospendere la loro azione, sdraiarsi a terra e coprirsi come meglio possibile per evitare che l’incalzante e denso fuoco delle artiglierie nemiche distruggesse completamente il Battaglione. Alle ore 12 gli Alpini impossibilitati di continuare la loro azione sono costretti ad iniziare la ritirata che si protrae fino a sera, lasciando nelle loro file un vuoto di circa 200 uomini dei quali circa 50 morti e 100 feriti. Dalle prime fasi del combattimento s’incominciavano a conoscere le gravi perdite che gli Alpini venivano a subire e ben presto si è provveduto al soccorso dei feriti i quali sono stati raccolti, non solo dai portaferiti Alpini nostri e dalla sanità dell’esercito sia anche da alcuni borghesi accorsi dal vicino paese ai Laghi. Gran parte dei feriti sono […] nel nostro accampamento dov’è un posto di medicazione e da dove ricevono la seconda medicatura, tutti i feriti meno gravi che possono raccontare l’accaduto non sono affatto abbattuti, conservano sempre il morale elevato e pieni di coraggio non badano alle loro ferite. Si crede dalle voci che circolano che la causa dello scacco subito dagli Alpini risale alla poca regolarità degli ordini e alla insufficiente preparazione del terreno, da parte della nostra artiglieria. Nel pomeriggio si parla di una nostra avanzata nella notte e tutti ci auguriamo che si faccia ma che non vi siano cagioni deplorevoli di comando che ci procurino lo stesso scacco degli alpini. Alle ore 6 monto di guardia agli avamposti e questa volta ancora più innanzi del solito.
18 agosto 1915 “un vuoto di circa 200 uomini”
18 Ago
Questa voce è stata scritta da fabpetra66 e pubblicata il 18 agosto 2015 su 01:00. È archiviata in Campagna Italo Austriaca, diari con tag 1915, 2° Reggimento, 4° Battaglione, 5° Compagnia, Alpi venete, alpini, Bersaglieri, fronte, fronteitaloaustriaco, grande guerra, grandeguerra, guardia, Monte Maronia, primaguerramondiale, reticolato, trincea.
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