Nella notte 18-19 un continuo rumoreggiamento per il trasporto dei camion del 1° Fortezza e del 29-a Compagnia i quali cambiano pezzi e reggimenti e quindi un continuo andare e venire di camion. Sappiamo che l’azione in questo settore è definitivamente sospesa e per cui incominciano i lavori per stazionare l’azione e per assicurare il fronte alla difensiva. Alle ore 8 ricevo una lettera di Mamma che mi tranquillizza circa il disturbo datomi nella precedente ed io a lei rispondo con una mia lettera. Alle ore 11 mentre ci troviamo alla falde del Toraro a tagliare alberi per completare le baracche sulle tende due aeroplani nemici volano insistentemente sopra di noi e vengono cannoneggiati dai nostri bravi artiglieri. Dopo poco uno dei velivoli viene colpito in pieno da un colpo di una nostra batteria da campagna e si rovescia e cade sulla Cima Maggio. I bersaglieri alla vista di tale spettacolo, emettono grida altissime di gioia e commentano il fatto esprimendo compiacimento per il bravo artigliere che ha puntato sull’apparecchio. Poco dopo io vado insieme al mio tenente D’Avati sul posto dove l’apparecchio è caduto, ma giunti al comando del 41° battaglione bersaglieri non possiamo più proseguire perché zona non nostra, ma del detto battaglione. Intanto posso prendere informazioni su tutto e vedere anche ciò che portavano con sé gli ufficiali che montavano il velivolo. Vengo a sapere che l’apparecchio è stato colpito nel centro da uno shrapnel sparato dalla 7-a batteria della 29-a Compagnia la quale è piazzata sulla Cima Maggio.
L’apparecchio appena colpito ha tentato di salvarsi e di cadere nel suo territorio, ma nulla gli è valso per il danno causatogli dal proiettile. E’ caduto e dentro vi erano 2 ufficiali un tenente ed un sottotenente dei quali uno è caduto morto e l’altro è spirato poco dopo. Con sé i piloti portavano apparecchi fotografici, carte topografiche fotografie e altro occorrente per i piloti. Tutto era insanguinato e fra le carte topografiche sono stati trovati documenti di certa importanza. Al ritorno al nostro accampamento tutti i bersaglieri curiosi di sapere ci hanno interrogato e noi abbiamo riferito le notizie del caso. Alle ore 4 apprendiamo che l’apparecchio era munito anche di una mitragliatrice una certa quantità di bombe col relativo lancia bombe e ciò ci ha fatto supporre che anche costoro erano malintenzionati ossia di ripetere barbarie simili a quella recente di Verona [ndt Il riferimento è al bombardamento di Verona del 14 novembre 1915 – qui una immagine] ed altre precedenti. Il numero dell’aeroplano è 4106.
Pingback: Storia di un aeroplano: 19 novembre 1915 | Il blog di un bersagliere