Questo giorno è il primo dei solenni. Alle ore 5 si va a lavorare alle trincee, poi alle ore 9 tutta la forza di questo settore riunita al campo di Gobbera ascoltiamo per la prima volta la Messa al campo. Tutti i soldati il comando ufficiali ed il poco popolo di questo paese ascoltiamo la S.Messa con vera devozione, tutti al comando del capitano ::: [Celebrini?] rispondiamo con mirabile precisione e slancio, ossia attenti, present’armi, cioè a tutti quegli ordini che il soldato può onorare con fede il tempo della Messa. Ad un certo punto della Messa, cioe’ quando il parroco che la celebra (Cappellano militare tenente) si volta ai bersaglieri spiegando la solennità del momento e la necessità di adempiere a tutti i doveri di veri soldati … che specialmente in questo momento ottengono da Dio quel meritato compenso, quello cioè di sorpassare con fede e coraggio tutti i pericoli della guerra e di sperare con l’aiuto di Dio che questa grande e santa causa che combattiamo ci porti alla completa vittoria con il minimo sacrificio.
Alle ore 12 sono nominato dal Capo Squadra, sotto Capo Squadra della 16-ma Squadra, 4° Plotone e subito incomincio le mie funzioni e poi mi copio la seguente canzonetta patriottica d’occasione che viene continuamente cantata da noi bersaglieri nelle ore di ozio.
Siamo cinquanta, più mila soldati
Tutti armati di forte coraggio,
All’Italia fierissimo ostaggio,
Lasciamo le nostre famiglie a soffrir.
Oh Italia terra
Non pace, ma guerra
Se il Re, se il Re ci chiama
Vittoria! Vittoria! Vogliamo
Or che al fuoco ci siamo provati
E Vittoria abbiamo riportata
Sul fucile abbiamo giurato
Il nemico volere scacciar.
Oh Italia terra
Non pace, ma guerra
Se il Re, se il Re ci chiama
Vittoria! Vittoria! Vogliamo
Noi siam pronti a qualunque guerriglia
Per il paese nostro natio
A qualunque prova vi sia
Mostreremo il nostro valore
Oh Italia terra
Non pace, ma guerra
Se il Re, se il Re ci chiama
Vittoria! Vittoria! Vogliamo
A Voi! Oh baldi ufficiali
Sguainate le vostre spade
Da fieri insegnateci la strada
A noi poveri guerrieri
Oh Italia terra
Non pace, ma guerra
Se il Re, se il Re ci chiama
Vittoria! Vittoria! Vogliamo
Con sulla fronte il cappello piumato
Bersaglieri d’Italia noi siamo
In Austria sconfinato abbiamo
Per rivendicare la nostra corona
Oh Italia terra
Non pace, ma guerra
Se il Re, se il Re ci chiama
Vittoria! Vittoria! Vogliamo
Alle ore 2.30 tutte le forze di questo settore ci riuniamo e andiamo nel campo trincerato dove ha luogo la prova del lancio delle bombe a mano, prova che riesce benissimo l’effetto, ma nell’insieme considerata la distanza ove la forza di un uomo la può lanciare e il tempo che si impiega per accendere la miccia, riesce la bomba di non molta utilità dato che lascia al vicino nemico tempo sufficiente ad un’azione sollecita di attacco alla baionetta. Alle ore 5 tutta la compagnia andiamo a montare di guardia al solito posto.
Alle ore 6 insieme ad altri 12 bersaglieri ci affidano la guardia ad un posto di riconoscimento e corrispondenza e alle ore 8.30 giunge a noi una lettera da far recapitare al commissario civile di Canale San Bovo e ci incarichiamo di tale servizio io e il mio compagno Brusa Rinaldo [?] di Varese in pattuglia, e giungiamo a destinazione alle ore 9 e consegnamo la lettera al commissario il quale ci congeda alle ore 9.10 ora in cui tutto il paese dorme in silenzio e lumi spenti, ma troviamo aperto il solo Hotel del Leone [ndt forse questa] dove possiamo fermarci fino alle ore 10 consumando vino formaggio e pane. Dopo ripartiamo per ritornare al nostro posto ove fra il silenzio della notte che è rischiarata dal chiarore di una luna piena, giungiamo al posto alle ore 11.30. Alle ore 12 monto di guardia sempre insieme al mio compagno di pattuglia fino alle ore 2, poi a riposare fra il sonno e la veglia fino alle ore 4.