Appena all’alba comincia l’artiglieria nemica a disturbarci nonché alcuni colpi di fucile. Ci guardiamo intorno e lo spettacolo si presenta sempre triste, alcuni morti sono abbandonati nell’accampamento, molti sono gli oggetti rotti e abbandonati e cioè buffetteria, fucili, baionette e munizioni e oggetti di vestiario. Più tardi incomincia a circolare la voce di avanzare di nuovo il nostro reggimento e di questi primo il 4° battaglione. A queste voci tutti ci mostriamo scontenti e ci demoralizziamo sempre più perché conosciamo con cognizione di causa che l’imporsi è difficile e quasi impossibile, perché ora sono tra noi e la fanteria con 15 assalti che si danno alle posizioni e per risultato abbiamo ottenuto perdite enormi e nulla più.
Alle ore 11 Don Alessandro mi offre di andare quale porta feriti e mi presenta al Dott. D’Avati il quale mi richiede al mio capitano il quale subito accetta e mi ordina di andare alla Sezione di Sanità del Battaglione che si trova al Termine 12 e qui comincio subito le nuove funzioni.
Alle ore 2 ricevo una cartolina dall’amico Wesserman. Alle ore 7 la mia barella (6a) alla quale sono stato assegnato è di servizio e così vado ad accompagnare insieme agli altri tre compagni un malato e lo portiamo sotto Monte Coston negli ospedaletti tenuti dai volontari medici ed infermieri dalla città di Siena.