Alle ore 8 insieme all’amico Iori e Carloni ci rechiamo a fare visita al nostro cappellano. Durate il corto tragitto, spesso siamo costretti a riparare sotto le piante d’abete perché sopra di noi scoppiano alcuni shrapnel nemici e così tra la paura giungiamo dal cappellano il quale ci riceve nella sua baracca stretta ma quasi sicura dai proiettili nemici. Lo troviamo insieme al suo attendente intento a leggere libri sacri. Sul suo tavolino che si regge per miracolo vi sono alcuni libri sacri immagini e figure del S.S. Padre Benedetto XV, un bel crocifisso, ed un orologio. Il buon cappellano contentissimo della nostra visita ma ci dimostra il suo dispiacimento per non poterci offrire nulla che ci ristori essendo di tutto sprovvisto. Insieme a lui c’intratteniamo circa un’ora conversando di svariate cosette ma le chiacchiere si basano sulle azioni d’artiglieria passata e presente perché durante la conversazione piombano a piccolissima distanza della baracca e a tutte le parti di essa, alcuni proiettili dei cannoni nemici, senza però ottenere nessun risultato. Chiudiamo la conversazione e mentre siamo per congedarci dal cappellano, gli rivolgiamo domande circa le chiacchiere che circolano in proposito alla prossima partenza da questo fronte e ci ha risposto che certamente tra il 20 e il 25 avremo il cambio e non si può sapere dove andremo, è certo però egli dice che il nostro reggimento è fuori quadro in guerra, si trova però a disposizione del comando supremo ossia del Generale Cadorna il quale può mandarlo ove egli vuole. Alle ore 10 ci licenziamo dal cappellano e giungiamo all’accampamento dove mi danno la corrispondenza che consiste in una cartolina della sorellina Antonietta. La serata s’intavolano discussioni della situazione fra me e il Tenente Massetti, l’amico Iori ed altri compagni.
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