Alle ore 10 ½ ci viene distribuito caffè e carne e vengono dati gli ultimi ritocchi ai preparativi per l’avanzata. Alle ore 11 ci muoviamo verso la cima Maggio, dov’è la 6° Compagnia del nostro Battaglione ci uniamo a questa e alle ore 12 iniziamo la nostra avanzata verso il trinceramento del Monte Maronia. L’avanzata è fatta dalle seguenti forze. 40 uomini del Genio e i Bersaglieri zappatori destinati a far saltare i reticolati, il nostro 4° Battaglione destinato all’occupazione della trincea: muove così la 4° Compagnia opera verso destra la mia 5° al centro e la 6° alla nostra sinistra: riserva 1 compagnia del 4° Reggimento Bersaglieri, 41° Battaglione, ed un Battaglione del 79 Fanteria: mentre le nostre artiglierie lentamente battevano il Maronia, a squadre affiancate ci siamo portati fin sotto le sue falde, manovrando silenziosamente per sorprendere il nemico in terreno difficilissimo, frastagliato di alberi di buche, rocce ecc. Alle ore 2 siamo giunti sotto il monte e abbiamo sostato fino alle ore 3 aspettando che il genio e i nostri zappatori ci aprissero il varco. Il freddo si fa sentire, la rugiada cade, il tempo è bello, un po’ di nebbia che presto è scomparsa ci ha facilitato l’azione. Dopo circa un’ora di febbrile attesa, mentre fra noi incominciava a impersonarsi l’impazienza e l’entusiasmo d’espugnare ben presto la posizione e vendicare i nostri Alpini ivi caduti il precedente giorno. Alle ore 3 i tubi di gelatina che il genio e i zappatori hanno messo sotto il reticolato scoppiano e questi vanno in aria, ci ordinano baionette e in carica, presto fatto, ci schieriamo, e carponi con una certa velocità saliamo l’erto monte quando siamo per assaltare le trincee le troviamo vuote perché il nemico ha abbandonato la posizione. Mentre siamo a prendere riparo sulla posizione, un noioso fattarello accade: il nostro Capitano vedeva nella penombra, camminare due uomini, presto ha dato il chi va la, a ciò hanno risposto italiani, il nostro Capitano gli ha chiesto il nome, e combinazione ha voluto che uno di questi si chiamasse Tedeschi e con questo nome ha risposto. Appena inteso il nome nemico il capitano non ha più creduto essere italiani, dava ordine a due bersaglieri di assalirli e presto questi vedono che sono a contatto con due soldati del 70° fanteria italiano, giunti alle proprie trincee del Maronia, è successo un po’ di disordine, perché tutti i bersaglieri credevano di assaltare il nemico alla baionetta; questo disordine provoca la vista nostra alle artiglierie nemiche le quali presto aprono un fuoco infernale sopra di noi causando 1 morto e circa 20 feriti dei quali 2 gravi: queste poche perdite si sono avute perché presto ci siamo coperti contro il fuoco delle artiglierie, nelle stesse trincee ivi trovate. Alle ore 10 l’artiglieria nemica cessa il fuoco e noi possiamo esplorare tutta la ridotta. Troviamo qualche uomo morto nelle trincee, casse di munizioni, scudetti per fanteria, trincea bene blindata ma in parte distrutta dall’ira della nostra artiglieria. Troviamo ancora fucili e in una grande galleria che dà l’aspetto alla ridotta di un piccolo forte, troviamo tutte le comodità per i soldati in fortezza, 2 […] dormitori, cucina economica forno, latrina e indumenti lasciati dai fuggitivi. Nella galleria che perfetta di tutto, abbiamo a deplorare la poca pulizia. I reticolati che vi sono forti e numerosi e le opere di difesa perfette e potenti, ma abbandonate perché il nemico sapeva di non poter resistere al nostro urto. Indisturbati il resto della giornata, è stato impiegato al ristorarsi, mettersi in posizione di sicurezza e poi riposare sui dormitori che ci ha allestiti il nemico.
notte 19 – 20 agosto 1915 “ci ordinano baionette e in carica”
19 Ago
Questa voce è stata scritta da fabpetra66 e pubblicata il 19 agosto 2015 su 20:00. È archiviata in Campagna Italo Austriaca, diari con tag 1915, 4° Battaglione, 5° Compagnia, Alpi venete, alpini, Bersaglieri, capitano, fronte, fronteitaloaustriaco, grande guerra, grandeguerra, Monte Maggio, Monte Maronia, trincea, trincee.
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