Leggendo i diari di Flavio non si può non rimanere colpiti dalla quantità di volte, praticamente ogni giorno, in cui compare l’annotazione “scrivo cartolina a…” o “ricevo lettera da…”. In una guerra di trincea, poter ricevere dalle retrovie, con una certa continuità, la corrispondenza di parenti e conoscenti deve essere stata una leva fondamentale per mantenere alto il “morale della truppa”. Sottolineare in poche righe l’importanza che ha rivestito per i soldati al fronte durante la prima guerra mondiale il servizio postale ci sembra inutile. Altri ne hanno scritto e noi potremmo solo ripetere in modo meno efficace storie e aneddoti.
Purtroppo dell’enorme carteggio spedito e ricevuto da Flavio negli anni di guerra sono rimaste veramente poche testimonianze. Non sappiamo che fine abbia fatto tutta la corrispondenza arrivata a Roma in quel periodo, né se Flavio conservasse le innumerevoli cartoline e lettere che riceveva al fronte. Ci è difficile credere che potesse mettere da parte tutto quel materiale cartaceo e che lo riportasse a casa nelle sue licenze a cadenza annuale. Come dicevamo, poco è arrivato fino a noi. Qui pubblichiamo una cartolina che abbiamo ritrovato nella scatola dei diari.
Non poteva che essere una delle innumerevoli cartoline indirizzate alla Mamma, rigorosamente con la M maiuscola.
Cividale 10 – 9 – 16
Cara Mamma,
sono qui venuto in bicicletta per oggi solo e questa sera vado di nuovo alla mia sede. In questa città del Friuli si respira tranquillità e si gusta quella vita desiderata cittadina. Ieri spedii vaglia ti è giunto? Io benissimo. Questa sera mi farò questa passeggiata in macchina.
Baci a tutti
Flavio