Alla chiamata dei malati, metà della compagnia accusa malanni perché tutti siamo stanchi e demoralizzati oggi non come al solito, ma il dottor D’Avati riconosce tutti e gli dà il giusto riposo. Alle ore 8 io e Di Mascio, andiamo a sentire la messa nella baracchina di Don Alessandro, da lui celebrata e qui ringraziamo il Signore dello scampato pericolo. All’accampamento cresce sempre più la demoralizzazione e lo scoraggiamento di noi tutti e in ognuno regna l’idea che se ci riportassero nuovamente alla prova ora chiamato macello, di protestare energicamente e di rifiutarsi tutti perché conosciamo gli effetti della prova già tre volte fatta. Dopo aver fatto già il nostro dovere per ben tre volte, quindi abbiamo ragione di essere mandati al sospirato, giusto e guadagnato riposo. Alle ore 9 ricevo una lettera della Sig. Romani e scrivo una cartolina a Mamma. Il resto della giornata è tranquillo. La sera alle ore 9 i piccoli posti vengono attaccati dal nemico il quale viene respinto.
9 ottobre 1915 “cresce sempre più la demoralizzazione”
09 Ott
Questa voce è stata scritta da fpetrassi e pubblicata il 9 ottobre 2015 su 01:00. È archiviata in Campagna Italo Austriaca, diari con tag 1915, Alpi venete, Bersaglieri, Di Mascio, Don Alessandro, Dottor D'Avati, fronte, fronteitaloaustriaco, grande guerra, grandeguerra, mamma, Nonno, Romani.
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