La giornata si presenta bellissima, il sole è alquanto cocente ed un venticello fresco di montagna ci fa sentire un po’ meglio, sembra voglia sistemare tutte le membra di noi che fino ad ora sono state sconvolte dai forti venti freddi, dalle umide nebbie e dall’acqua che spesso è caduta bagnando col suo furore anche sotto le nostre tende dov’è penetrata. Dato l’aspetto della giornata, tutti congettiamo novità, duelli d’artiglieria che con facilità si possono osservare reciprocamente, o voli di aeroplani.
Alle ore 8 scrivo una cartolina di saluti a mamma. Alle are 9 ci viene distribuita una cartolina già riempita che dobbiamo tenere in tasca e ci verrà tolta e spedita al comando del nostro reggimento in caso si rimanesse feriti per indicare l’ospedale ove siamo ricoverati. Tutti ci auguriamo che la cartolina a nulla occorra. Ben presto le nostre previsioni si avverano, un aeroplano nemico alle ore 8 ½ si parte dalle sue posizioni e vola per circa 40 minuti sopra una gran parte del nostro fronte ispezionando audacemente e con diligenza le nostre posizioni dalle quali viene aperto un fuoco di fucileria e artiglieria contro l’apparecchio il quale ritorna incolume al suo posto. L’evoluzioni fatte dall’aviatore sfidando coraggiosamente il fuoco dei nostri cannoni, si possono dire audacissime, quali onorano veramente colui che le ha compiute. Alle ore 11 scrivo una lunga lettera a Papini Patrizio. Alle ore 12 incominciano i soliti bombardamenti e fucileria più del solito in vari punti del fronte ma di poca importanza. Il tempo come sua abitudine nel pomeriggio ha cambiato in nebbia e vento. Alle nostre spalle si vedono alcuni battaglioni di Fanteria che formano la riserva i quali lavorano alacremente per fare la strada, […] altra valle come ho già detto, dove dovranno attendere le artiglierie sul Monte Maggio. Alle ore 7 smonto di guardia e contemporaneamente abbiamo a visita di un colonnello di Stato Maggiore il quale è venuto per vedere le nostre posizioni.