Il blog di un bersagliere

24 ottobre 1917 “Caporetto”

Il tempo è nebbioso e cade un’acquarella fina ma che non disturba. Alle ore 2 del mattino il nemico apre un fuoco infernale contro le nostre posizioni e retrovie. Il fuoco è per lo più gas asfissiante di potenza terribile, quadrupedi ed uomini muoiono asfissiati mentre agli altri resta difficile la respirazione. Questo è il principio della grande offensiva nemica. Data l’impossibilità in assoluto di resistere al grande fuoco ed alle masse nemiche che attaccano, abbiamo ordine di iniziare la ritirata. Per le poche strade, la grande quantità di carri, quadrupedi e uomini che cercano di mettersi in salvo, è quasi impossibile transitare. Il nemico è alle nostre calcagna e noi a stento possiamo andare via. I ponti saltano e bruciano, i feriti sanguinolenti cercano soccorso, la confusione è indicibile. Passiamo a Caporetto che viene presto abbandonata e continuiamo verso Cividale sempre con confusione crescente perché la ritirata è fatta da tutto il 4° Corpo d’Armata. Arriviamo a Cividale nella notte e prendiamo posto all’aperto. Gran parte del materiale è stato abbandonato al nemico il quale ha potuto fare bottino anche di prigionieri. Il mio reggimento è stato soffocato dopo accanita lotta e soli superstiti siamo circa 200 uomini con quasi tutti i quadrupedi e parte delle carrette, altri reggimenti del Corpo d’Armata sono stati annientati. Descrivere con precisione e larghezza ogni fase dell’avanzata nemica e della nostra ritirata è cosa impossibile a chi come me, testimone, ha provato quelle emozioni.

 

Questa voce è stata scritta da fpetrassi e pubblicata il 24 ottobre 2017 su 05:00. È archiviata in Campagna Italo Austriaca, diari con tag , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

5 pensieri su “24 ottobre 1917 “Caporetto”

  1. Erwin Filippi Gilli in ha detto:

    Credo che queste righe, assieme a quelle di Egisto Favilli, soldato della 229 Fanteria della Brigata Campobasso che sono pubblicate sul sito http://www.Europeana.eu che vi invito a leggere, rendano pienamente l’idea di cosa abbia rappresentato Caporetto. Sofferenze indicibili inflitte a persone (prima che soldati) da un apparato militare ed economico che, nei loro comodi uffici, pianificavano la morte di migliaia di uomini sull’altare di rivendicazioni territoriali del tutto discutibili.
    Bene avete fatto a pubblicare la storia scritta da chi la ha vissuta!

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  2. fabpetra66 in ha detto:

    Grazie Erwin. Il tuo sostegno è sempre molto gradito.

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  3. mario ferianis in ha detto:

    onore ai Fanti italiani, agli artiglieri ed ai bersaglieri che avrebbero ben combattutto …solo se qlc gileo avesse ordinato. oggi come allora, Caporetto, drammatica metafora di una paese destinato ad essere governato da inetti o sbruffoni.

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