Alle ore 5 ci leviamo dalle tende e ci prepariamo per la partenza. Alle ore 7 ¼ tutto il battaglione in rango; alle 7 ½ si parte. Soddisfatti per aver fatto il nostro dovere, ma silenzioni e direi anche un po’ mesti, lasciamo i Campi Luzzi e ci avviamo in Italia a goderci il meritato riposo dopo 6 mesi e 4 giorni di dura campagna. Non entusiamso e non suono di tromba sono con noi, poiché pensiamo che mentre noi andiamo a riposo la maggior parte dei nostri compagni sono rimasti vittime del piombo nemico e chi sepolto e chi insepolto, li lasciamo in questi luoghi solitari deve dell’uomo giunge il solo pensiero. Così attraversiamo Malga Zolle, Casaletto di Toraro, … Arsiero, dove siamo accolti entusiasticamente e quindi Velo d’Astico, Valle d’Astico e giungiamo a San Giorgio in valle d’Astico alle ore 2 ½ dopo aver camminato per 29 Km.
A San Giorgio ci attendiamo e subito riposiamo dopo consumato il rancio. Durante il percorso più ci inoltravamo in Italia e più ci sentivamo la tranquillità che veniva a noi dopo tante sofferenze, disagi e pericoli. In questa Valle d’Astico è incessante il movimento militare il quale ha soffocato quello civile, poiché i borghesi sono quasi tutti impiegati a lavori militari, trasporti, ecc. In questa fertile valle solcata da diverse strade che mettono nel Vicentino, posta tra due file di medi monti, tanti a destra come a sinistra, una sola ferrovia la traccia, non nel mezzo, ma costeggia i monti di destra rispetto al nemico. Anche il fischio della locomotiva dopo tanto non udito ci rinfranca e ci assicura che siamo in luogo dove il cannone nemico non può più arrivare a portare lo spavento e la morte. Non mancano e sono molti i venditori e graziose signorine di questo Veneto venditrici di paste ed altri dolci, che a prezzo meschino vendono agli amati bersaglieri che qui come nel resto della Penisola sono ben visti e ben accolti.